AMMENTOS.

ARCHIVIO MEMORIALISTICO DELLA SARDEGNA

 

(utilità e potenzialità di un progetto per la cultura, la memoria, l’identità).

All’origine del progetto dell’Associazione Ammentos. Archivio memorialistico della Sardegna c’è un interesse condiviso, da parte di chi lo propone, un gruppo di studiosi, studenti, comuni cittadini, per la ricognizione, lo studio e la valorizzazione del ricchissimo patrimonio “popolare” di beni culturali immateriali (diari, memorie, carteggi, archivi di famiglia, canzonieri…), ovvero della memoria sommersa dell’Isola: scritture di gente comune, che narrano, a chi le sappia ascoltare, innumerevoli microstorie di vite “ordinarie”, oscurate dal cono d’ombra degli eventi straordinari registrati dalla macrostoria.

Una analoga convinzione ha dato vita, in Italia, intorno agli anni Ottanta del secolo scorso, a istituzioni importanti: l’Archivio della Scrittura Popolare (ASP), a Trento, legato alla Fondazione Museo Storico del Trentino (Responsabile Quinto Antonelli); l’Archivio Ligure della Scrittura Popolare (ALSP), guidato dal Prof. Antonio Gibelli, che afferisce al Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia della Università di Genova; l’ Archivio Diaristico Nazionale (ADN), di Pieve Santo Stefano (Arezzo), fondato nel 1984 dal giornalista e scrittore Saverio Tutino.

Pur diversi nella configurazione istituzionale, questi Archivi sono tuttavia parimenti allineati nella missione di reperire e custodire, e rendere accessibili, “visibili”, anche attraverso la digitalizzazione dei documenti raccolti, le memorie e i diari degli italiani; un’operazione culturale che dialoga a distanza con l’ Archivo de Escrituras Cotidianas – fondato in Spagna nel 2004 presso il Departamiento de Historia y Filosofía de la Universidad di Alcalá di Henares, grazie all’impegno del Seminario Interdisciplinar de Estudios sobre Cultura Escrita (SIECE).

Riaffiorano così, grazie a un capillare e paziente lavoro di scandaglio, da quella “memoria sommersa”, tracce struggenti di vite ordinarie, vite di gente comune: uomini, donne, bambini, esuli, migranti, soldati, contadini, operai, artigiani, che, soprattutto nelle guerre, negli esili, nelle migrazioni (eventi separatori per eccellenza) attraverso la parola scritta, tentano di colmare l’abisso della perdita dei punti di riferimento, di riannodare i fili spezzati delle relazioni interrotte, degli affetti familiari, degli amori, delle abitudini del mondo di prima, di creare cioè un surrogato di presenza nell’assenza forzata dai loro universi domestici.

Si ricorre alla parola scritta per fronteggiare il caos di eventi straordinari che hanno sovvertito l’assetto della vita quotidiana, ma anche per non diventare invisibili, non essere dimenticati, per lasciare una traccia di sé che non scompaia, non si dissolva, non si perda, nel mare del tempo, come la scia di un barca, del cui passaggio non resta memoria.

Individuare e far riemergere queste tracce che innumerevoli scriventi hanno depositato lungo le loro derive, per sfuggire allo spaesamento, alla nostalgia, alla paura, all’anonimato, all’oblio, al naufragio, ma anche semplicemente per contrassegnare nascite, morti, nozze, attese, speranze, ovvero riconoscere in esse sedimenti di vite vissute, significa sottrarle al silenzio e restituire loro visibilità e dignità di testimonianza.

Sono frammenti di storie personali, di vicende private, troppo a lungo escluse da una Storia collettiva e impersonale. E così si giunge a scoprire inoltre che (come scrive l’antropologo Pietro Clemente) “gli scritti di memoria della gente comune sono opere letterarie bellissime e impreviste, e che il mondo letterario non ha la pietas, la teoria e la pazienza sufficiente per imparare a leggerle”.

Chiunque voglia fare oggi ricerca storica, e/o socio-antropologica, reputa questi Archivi una straordinaria risorsa per le raccolte documentarie che custodiscono: diari, carteggi, epistolari, libri di famiglia (testi diaristici pluri-generazionali, archivi domestici spesso curati dalle donne di casa) e libri dei conti (che registrano l’andamento stagionale dell’economia domestica nel tempo, e parlano di cultura materiale), quaderni scolastici, ricettari, testi augurali (talvolta realizzati con ago e filo), canzonieri, costituiscono un immenso polifonico repertorio di scritture popolari in cui la memoria prende corpo, diventa vita che si racconta, che vuole essere raccontata, passato che irrompe, non pacificato, nel nostro presente. Allora, quando la memoria diventa “ferita che si riapre”, si rivela l’ordito nascosto, complesso, creaturale, ineludibile, delle esistenze degli altri, in cui si innesta e da cui si dipana la trama della nostra esistenza, della nostra storia, della nostra identità. Alla ricostruzione di questo ordito, cui gli Archivi di Trento, di Genova, di Pieve Santo Stefano lavorano da anni, manca il contributo della Sardegna.

La Sardegna, così ricca di storia, e di storie, ora dispone di un suo Archivio regionale, di un Centro di raccolta e divulgazione della conoscenza del proprio variegato, e finora sommerso, patrimonio di ammentos, di memoria e di memorie, di scrittura popolare, di quei beni culturali immateriali che, spesso, divenuti privi di valenze affettive, relegati nelle soffitte, nelle cantine, o eliminati nei traslochi, rischiano altrimenti di essere dispersi e ignorati per sempre.

E’ necessario insomma promuovere l’ ARCHIVIO memorialistico della SARDEGNA, i cui dettagli di istituzione e gestione, in parte ispirati alle esperienze collaudate di Trento, Genova e Pieve Santo Stefano, tengono ovviamente conto della straordinaria specificità storica, antropologica, culturale, identitaria della nostra realtà isolana, sospesa tra le due sponde del Mediterraneo, da sempre caratterizzata dal fenomeno di importanti flussi migratori sia verso la Penisola, che verso l’Europa e verso lontani Paesi extraeuropei, e che ora è divenuta approdo, più o meno transitorio, dei nuovi migranti.

Il progetto di Ammentos. Archivio memorialistico della Sardegna, rappresenta, per la nostra Isola, un’assoluta inedita novità: ideato e messo a punto da un gruppo di ricerca “accademico” formato da docenti, laureati e studenti del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari, come articolazione sul territorio della cosiddetta “Terza Missione” dell’Ateneo, in collaborazione con studiosi e specialisti affermati di altri Atenei, prevede uno scambio culturale costante con il mondo “non accademico” e la società civile, attraverso la sua attività di raccolta documentaria, di laboratori, seminari, convegni, mostre, pubblicazioni ecc.

L’Archivio non è dunque solo uno luogo fisico, chiuso e immobile, di raccolta e custodia inventariale di documenti del passato, ma anche uno spazio simbolico aperto e dinamico, che mette in comunicazione quel passato con questo nostro presente, la scrittura popolare della gente comune, ancora viva di oralità, e la scrittura sofisticata dei letterati, degli studiosi e ricercatori, la prospettiva dal basso e quella dall’alto, la cosiddetta cultura egemone e la cosiddetta cultura subalterna.

All’Archivio può contribuire chiunque, e chiunque lo può consultare, interpretare, far vivere, gli studiosi come i cantastorie, gli specialisti come i comuni cittadini, che possono così (attraverso il dono di documenti, carteggi, scritture familiari, in originale o in copia) contribuire in modo consapevole ad un’opera corale di ricostruzione della memoria (e della identità) collettiva attraverso le memorie individuali, gli ammentos privati.

L’Archivio valorizza così una idea di cittadinanza attiva che ha, in qualche modo, determinato la scelta di individuare come propria sede legale, e operativa, Ittireddu. In questo piccolo paese, non distante dalla Città di Sassari, abitato da una comunità culturalmente vivace e coesa, l’ Amministrazione, guidata dal Sindaco archeologo, Dott. Franco Campus, anch’egli socio fondatore di Ammentos, ha già provveduto a mettere a disposizione spazi idonei in comodato d’uso, e risorse finanziarie, a sostegno di questo progetto che dischiude, per Ittireddu, interessanti prospettive di sviluppo culturale nonché economico del paese e del territorio (promozione delle attività legate alla ospitalità, quali albergo diffuso, bed and breakfast, ristorazione, e alla imprenditoria e artigianato locali).

L’Associazione Ammentos. Archivio memorialistico della Sardegna intende insomma contribuire alla ricostruzione della storia dell’Isola, e delle sue relazioni col resto del mondo, dal punto di vista delle testimonianze di scrittura quotidiana di gente comune (a rischio frammentazione e dispersione) attraverso la raccolta, la catalogazione, l’analisi e l’interpretazione della varia documentazione di interesse demo-etno-antropologico proveniente da diari, carteggi, archivi domestici (la memoria sommersa), spontaneamente messi a disposizione dai rispettivi detentori.

In questa attività, l’Archivio è affiancato dall’Università di Sassari (in primis, dal Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione) al fine dell’armonizzazione di specifici percorsi formativi pre e post laurea. A questo scopo verranno organizzati stages, laboratori, convegni, eventi artistici, premi letterari, concorsi per le scuole di ogni ordine e grado, che ne valorizzino gli scopi, ne potenzino le risorse creative, ne incrementino la conoscenza e l’impatto economico-culturale sul territorio.

Ammentos. Archivio memorialistico della Sardegna aspira insomma a divenire, in seno al territorio di influenza, un elemento propulsivo della economia e della vita culturale, e, a livello regionale, nazionale e internazionale, grazie all’impegno dei fondatori, degli studiosi italiani e stranieri, degli stagisti, borsisti e volontari coinvolti, dei cittadini donatori di documenti, una ineludibile fonte documentaria per ogni futura opera storiografica sulla Sardegna e sull’Italia in generale.

Ammentos consentirà il disvelamento di aspetti inediti o poco conosciuti della realtà storico-sociale dell’Isola, rivisitata anche nell’orizzonte della multiforme rete di relazioni con il resto del mondo.

L’importanza di questo progetto, che è stata immediatamente sottolineata dai mezzi di comunicazione (articoli sulla stampa regionale e nazionale, comunicazioni sul web e sul sito dedicato), verrà adeguatamente illustrata in pubblico in occasione della conferenza stampa per l’imminente inaugurazione della sede, e del primo convegno tematico già programmato per la primavera 2019.

 

Scopi e finalità di Ammentos. Archivio memorialistico della Sardegna

 

Raccogliere e organizzare il corpus dei materiali autografi e a stampa esistenti e di redigere un catalogo generale dell’intero patrimonio, la digitalizzazione dei manoscritti e altri materiali originali custoditi nell’Archivio

Costituire una biblioteca tematica

Promuovere mostre e manifestazioni, materiali documentari, convegni, seminari di ricerca, conferenze, rassegne teatrali e cinematografiche, volte a diffondere, valorizzare, approfondire lo scambio interculturale tra le persone

Stimolare, raccogliere, amministrare e distribuire le risorse intellettuali locali, italiane ed internazionali attraverso la collaborazione con organizzazioni, accademie ed enti o individui che operino nel mondo della cultura per la valorizzazione della memoria, lo sviluppo o la riscoperta di risorse creative, di tecniche espressive e di comunicazione, anche mediante lo scambio di informazioni sui temi che caratterizzano il dibattito e la crescita umana contemporanea

Individuare e sviluppare gli strumenti e reperire i mezzi, anche finanziari, per la diffusione, la comunicazione, la catalogazione e la conservazione, anche in funzione di promozione delle attività letterarie, produttive, di educazione e formazione delle nuove generazioni, di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e artistico, di tutela dei caratteri ambientali e delle attrattive naturali e artistiche dei luoghi e di qualificazione e opportunità ricettive turistiche ad ogni livello territoriale.

Creare le occasioni e gli strumenti per migliorare la crescita umana, psicologica e culturale, valorizzando le capacità creative, professionali e relazionali e favorendo lo scambio reciproco di valori ed esperienze personali

Funzionare come centro di scambio di informazioni e di idee e come laboratorio per la ricerca e la soluzione di problemi operativi ed amministrativi nei campi sopra descritti per i singoli, le comunità, gli enti e ogni organizzazione interessata

Istituire un premio annuale da assegnare a una tesi di laurea o di dottorato, o a un’opera rappresentativa delle finalità dell’Archivio

Costituire, ordinare incrementare presso la propria sede una raccolta di materiale documentario originale, attraverso donazioni, lasciti, acquisizioni

 

Direttivo:

Presidente Gavina Cherchi

gavinacherchi57@gmail.com

 

Segretario Rita Onida

Ritaonida@yahoo.com

 

Tesoriere Mario Tocci

mariotocci@mariotocci.eu

 

ammentos.archiviomemorialistico@gmail.com

 via A. Fresu 5, 07010 Ittireddu (SS)

 tel. 339 3968501

 

 

 

 

A diosa

 

Badore Sini

 

Non potho reposare

amore, coro

pessande a tie so

donzi momentu.

No istes in tristura

prenda de oro

nè in dispiaghere

o pessamentu.

T’assicuro ch’a tie

solu bramo,

ca t’amo vorte

t’amo, t’amo, t’amo.

 

Amore meu, prenda

de istimare

s’affettu meu a tie

solu est dau;

s’are giuttu sas alas

a bolare,

milli bortas a s’ora

ippo volau;

pro benner nessi pro

ti saludare,

s’atera cosa nono

a t’abisare.

 A diosa

Non trovo riposo,

amor mio, cuore mio:

sempre verso te

è rivolto il mio pensiero.

Non esser triste,

o mio gioiello d’oro,

non dispiacerti,

e non preoccuparti per me.

Ti giuro di desiderare

soltanto te,

perché io t’amo follemente

e follemente io ti amo.

 

Amore mio,

gioiello amato,

solo per te

corre il mio affetto;

se ali avessi avuto

per volare,

mille volte

da te

in un’ora sarei stato;

per salutarti

almeno

e non solo

per guardarti.

 

 

 

Sabore de antigu

Costantino Iddas

Ittireddu cun pagos abitantes,

biddighedda solitària de Logudoro,

custoida in mesu a tres gigantes

chi l’abbratzant comente cosa issoro,

l’alimentant cun venas abbundantes

in mesu a su nuràgicu tesoro

Un’alenu de respiru antigu

s’intendet impare a su cimentu:

crèsias, olias e àrbores de figu

nch’ant isfidadu sèculos de bentu,

boes arados e farche pro su trigu

sunt mentovu de cale siat ammentu.

Totu est contadu in sa cantilena

chi si repitiant sos bajanos

umbras passadas de risu e de pena

falant, torrant in palinzos e pianos.

 Sapore di antico

 

Ittireddu con pochi abitanti,

paesino solitario in Logudoro,

incastonato in mezzo a tre giganti

che l’abbraccian come fosse cosa loro,

e lo nutron con le fresche sorgenti,

in mezzo ad un nuragico tesoro.

Un soffio, un fiato di respiro antico

si percepisce assieme a quel cimento:

chiese, oliveti e alberi di fichi

che hanno sfidato secoli di vento,

buoi d’aratura e falce per il grano,

in qualsiasi ricordo son presenti.

Tutto è narrato nella cantilena

Ripetuta dai giovani in paese,

ombre passate di pianto e di risate,

scendono e tornano in collina e al piano.

 

Procurade ‘e moderare

 Frantziscu Ignàtziu Mannu

 

Procurade ‘e moderare,

barones, sa tirannia,

chi si no, pro vida mia,

torrades a pe' in terra!

Declarada est già sa gherra

contra de sa prepotenzia,

e cominzat sa passienzia

in su pobulu a mancare

Custa, pobulos, est s'hora

d'estirpare sos abusos!

A terra sos malos usos,

a terra su dispotismu;

Gherra, gherra a s'egoismu,

Et gherra a sos oppressores;

Custos tirannos minores

Est prezisu humiliare

Si no, chalchi die a mossu

Bo 'nde segade' su didu.

Como ch'est su filu ordidu

A bois toccat a tèssere,

Mizzi chi poi det essere

Tardu s 'arrepentimentu;

Cando si tenet su bentu

Est prezisu bentulare.

 

Procurade ‘e moderare

 

Cercate di frenare,

baroni, la tirannia,

altrimenti, lo giuriamo,

vi disarcionermo!

La guerra contro la prepotenza

È già stata dichiarata

e la pazienza del popolo

ormai sta per esaurirsi.

Popoli, è giunta l'ora

d'estirpare gli abusi;

A terra, a terra le brutalità,

a terra il dispotismo;

sia guerra all'egoismo,

sia guerra agli oppressori;

questi signorotti

è necessario umiliare.

Non osi chi fu inerte

mordersi le dita;

ora che la tela è ordita

spetta a voi tessere.

Tardivo potrebbe essere

un giorno il pentimento;

quando si alza il vento

è necessario trebbiare.

 

Versione in lingua italiana

Gian Battista Ledda