Dalla copertina del disco ARRENDERSI O PERIRE Le giornate del 25 aprile
a cura di Giovanni Pirelli DISCHI DEL SOLE DS107/9
La Resistenza è opera degli italiani. Essa è un episodio della storia d’Italia, la continuazione del nostro glorioso Risorgimento. Grazie ad essa il nostro Paese ha oggi la democrazia. La liberta e procede verso la meta luminosa della giustizia sociale…
Sono le parole che andiamo ascoltando mentre si succedono le cerimonie celebrative del ventesimo anniversario della Liberazione, tra orazioni, cortei e solenni funzioni alla presenza delle massime autorità civili, religiose, militari e via dicendo. E poiché era facile prevedere che in questa Italia 1965 le cose sarebbero andate così, ci siamo messi al lavoro pre proporre ai vecchi e nuovi compagni qualche cosa che riportasse il duro senso, l’aspro sapore di una guerra che fu anche guerra civile, di una lotta che fu anche lotta di classe; da rivivere al presente, perché sempre presente, finché vi saranno oppressi e oppressori è la necessità di insorgere.
Queste le ragioni cosiddette di fondo per le quali abbiamo scelto la via, solo all’apparenza facile, di redigere una cronologia delle giornate insurrezionali, di scriverla come se registrassimo i fatti mentre stanno accadendo, di farla dire da chi, mentre i fatti accadevano, non stava alla finestra. Venendo ai risultati c’è da supporre che susciteremo malcontenti anche tra i compagni che sentiamo più vicini, perché hanno riscontrato delle discrepanze con i loro ricordi ( quante proteste addosso al bravissimo Roberto Battaglia quando uscì la sua Storia della Resistenza italiana), o perché non si è dato sufficiente peso alla spontaneità del moto popolare, oppure ai piani e alle direttive del movimento organizzato, alla apporto delle brigate GL o Matteotti rispetto alle brigate Garibaldi o viceversa… Se poi si considerano i limiti di tempo imposti da un disco. È chiaro che solo una parte esigua di una vicenda ricca e complessa quale fu l’insurrezione dell’aprile ’45 può trovarvi espressione. Il nostro criterio è stato di seguire lo sviluppo degli avvenimenti nei maggiori centri operai, intercalarvi cenni a fatti salienti e significanti, integrarli con “situazioni” che abbracciassero intere zone operative. Anche per quanto riguarda i “ protagonisti” ai quali far dire i fatti di cui furono attori o testimoni non sono qui presenti che alcuni tra i moltissimi che avremmo potuto interpellare. Anzi nell’ambito di un piano di viaggi e colloqui prestabiliti in una certa misura hanno giocato, nelle inclusioni e nelle esclusioni, ragioni pratiche o addirittura il caso.
Aldilà di queste osservazioni particolari dovrebbe riuscire evidente che qui non si tratta di esaltare questo e quell’ episodio, di giubilare chicchessia. Si tratta invece di far rivivere una vicenda per trarne gli insegnamenti che essa ancora può dare.
Dal sito dell'Istituto Ernesto de Martino è possibile ascoltare l'audio del disco
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