SIGFRIDO MANTOVANI
SIGFRIDO MANTOVANI
scheda a cura di Gian Paolo Borghi
Sigfrido Mantovani nasce il 21 agosto 1908 a Cannstatt, in Germania, da Sigifredo Mantovani, suonatore ambulante, e dalla tedesca Sophie Reinhard, anch’essa musicista, probabilmente girovaga.
Sigifredo Mantovani, detto Gè (forse un soprannome familiare), era nato a Bergantino (Rovigo) il 14 luglio 1878, la moglie era invece nata il 9 settembre 1881. In seguito alle vicende della Grande Guerra, il nucleo familiare, già attivo come formazione orchestrale ambulante e in seguito proprietario di una modesta bottega, fa ritorno al paese natale del capo famiglia. Qui la famiglia Mantovani resterà fino al 1926 quando deciderà di trasferirsi a Mantova. Nel 1934 il padre scompare e Sigfrido inizia a svolgere la sua attività di suonatore e venditore itinerante; si trasferisce prima e Milano, quindi a Firenze e, dal 1936, prenderà definitiva residenza a Bologna. La sua indole lo condurrà a spostarsi sistematicamente alla ricerca di fiere, mercati e altre occasioni pubbliche seguendo itinerari nati dall’esperienza diretta o acquisita.
Le sue indubbie capacità musicali lo condurranno ad abbinare la vendita di lame da barba e di altri oggetti di toeletta al suono del violino e, soprattutto, di uno strumento monocordo che lo renderà famoso in tutta l’Italia settentrionale e centrale. Grazie al suo innato talento, sbaraglierà la concorrenza degli altri venditori ambulanti e riuscirà a guadagnare cifre decisamente interessanti, anche se, seguendo l’indirizzo “filosofico” dei venditori tradizionali, il denaro “doveva” essere speso, in quanto sarebbe stato riguadagnato con altrettanta facilità.
Fin dagli esordi sulle piazze, farà uso di una tecnica che lo faciliterà ulteriormente nella vendita e nel contatto con la sua clientela: memore delle sue origini tedesche, si vestirà da “turista” (facilitato, in questo, da un certo immaginario popolare), con tanto di carte geografiche, di bastoni da viaggio e di zaini e racconterà, in un originale linguaggio italo-tedesco, di essere in viaggio per l’Europa e di finanziare le sue spese attraverso la vendita delle lame da barba tedesche, le migliori in assoluto, di cui disponeva di una sia pur “minima” scorta.
Con il passare degli anni tenderà sempre più a limitare i suoi itinerari alla realtà regionale emiliana e romagnola, mantenendo sempre inalterato il suo successo professionale.
Il cosiddetto boom economico degli anni ’60 migliorerà le condizioni di vita degli italiani: le lame di qualità, i rasoi di sicurezza e quelli elettrici lentamente entreranno nel mercato e provocheranno una crisi dei prodotti più a buon mercato, spesso di qualità non eccelsa. Sigfrido Mantovani, allora, tornerà a dedicarsi al mestiere delle origini, quello del suonatore ambulante e lo eserciterà sulla affollatissima riviera romagnola nella stagione estiva. Alla fine degli anni ’70 inizierà inoltre a partecipare ad una serie di spettacoli con alcuni cantastorie allora attivi in Emilia e in Romagna, in modo particolare con Lorenzo De Antiquis (Forlì), Giovanni Parenti (Modena) e Antonio Scandellari (Bologna).
La morte lo coglierà ad Imola (Bologna) il 3 dicembre 1987.
Le fotografie riprodotte sono tratte dalla Rivista di Tradizioni Popolari IL CANTASTORIE e dall'opuscolo SIGFRIDO MANTOVANI Un suonatore ambulante attraverso il'900
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