Antonella Romeo ( a cura di)

Esther Béjarano

La ragazza con la fisarmonica

Dall'orchestra di Auschwitz alla musica Rap

Edizioni SEB 27 -Torino – 2013 – pp. 152 + DVD - € 20,00

Esther Béjarano, accompagnata dal figlio Joram e dal rapper turco-tedesco Kutlu Yurtseven, è stata l'ospite d'onore all'anteprima della X edizione del festival Fino al cuore della rivolta a Fosdinovo lo scorso 31 luglio.

Un concerto carico di energia, di comunicativa, con la sua testimonianza artistica e di sopravvissuta alla Shoa, che canta per la pace, l'antifascismo, la libertà e l'eguaglianza.

Esther Loewy Béjarano è nata in Germania, il 15 dicembre 1924 a Saarlouis, in una famiglia di musicisti di origine ebraica. Deportata ad Auschwitz Birkenau, suona nell'orchestra femminile del Lager, l'unica formazione di sole donne di tutti i Campi e Lager nazisti. Nel libro racconta di come sia riuscita, nonostante non suonasse lo strumento, a trovare gli accordi giusti per la fisarmonica e quindi ad entrare nell'orchestrina, lei che sapeva suonare solo il pianoforte. Trasferita successivamente nel campo di Ravensbrück viene impiegata nella manovalanza per la Siemens. Dopo la Liberazione emigra in Palestina. In Israele presta la sua opera come cantante e insegnante di musica. Nel 1960, in dissenso con la politica israeliana nei confronti della popolazione palestinese, decide di tornare in Germania con il marito Nissim e con i figli Edna e Joram. Ad Amburgo insieme ad altri ex perseguitati fonda l'Auschwitz Komitee Deutschland. Tuttora attiva come cantante con il gruppo Coincidence, creato dalla figlia Edna nel 1988, e più recentemente anche con il gruppo rap Microphone Mafia. Il suo repertorio spazia dai testi contemporanei di denuncia sociale ai canti yiddish tradizionali e della Resistenza.

La ragazza con la fisarmonica è tratto dal manoscritto originale Das Maedchen mit dem Akkordeon, si apre con la prefazione di Bruno Maida e si conclude con l' intervista Conversando con Esther della curatrice del volume Antonella Romeo.

Il libro contiene anche un DVD, di 43 minuti, Esther che suonava la fisarmonica nell'orchestra di Auschwitz per la regia di Elena Valsania.

Le vicende narrate e descritte nel libro sono momenti di un tragico vissuto come quando racconta la disperazione di dover suonare e “allietare” i deportati mentre tornavano esausti dal lavoro forzato o peggio venivano avviati al crematorio e del senso di impotenza che provava per non potersi ribellare, pena condividere la sorte di quei disgraziati.

La quarta di copertina ben sintetizza la figura e la vita di Esther Béjarano: un’artista, una donna del Novecento, libera nel suo protagonismo femminile praticato più che rivendicato. Lei che ha perso o abbandonato più patrie, ha ricominciato più vite sempre fondate sulla musica, sull’antifascismo e sull’amore verso la famiglia e gli amici disposti a condividere con lei le battaglie politiche contro l’intolleranza, la discriminazione, l’esclusione. Questi valori e queste presenze scandiscono il suo racconto: l’infanzia nella Saarland; la deportazione ad Auschwitz e a Ravensbrück, l’emigrazione in Palestina dopo la Liberazione; le nuove discriminazioni subite personalmente in Israele e quelle sofferte dalla popolazione araba, con la quale sperava si volesse costruire insieme il nuovo stato; il ritorno in Germania nel 1960, nella terra che era stata quella dei nazisti che l’avevano perseguitata e che le avevano ucciso i genitori e la sorella;la ripresa della sua attività artistica, quella musica che l’aveva salvata da Auschwitz, intrecciata all’impegno politico. Dalle memorie alle parole di una lunga intervista in cui Esther, consapevole che testimoniare è soprattutto progettare il futuro, ci ricorda che in un mondo pur in continua trasformazione i valori dell’antifascismo e della tolleranza rimangono profondamente attuali e moderni.

Info www.seb27.it