Syusy Blady, Giovanni Zucca
Il Paese dei cento violini
Piemme Edizioni – Milano. 2017 pp.348 € 18,50
Syusy Blady, nome d'arte di Maurizia Giusti, attrice, cabarettista conduttrice televisiva e regista, insieme a Giovanni Zucca ha scritto un romanzo storico dedicato a Santa Vittoria di Gualtieri, paese nella bassa Padana, lungo l'argine del Crostolo, in provincia di Reggio Emilia, noto come “il paese dei cento violini”, scritta che appare sui cartelli stradali agli ingressi del paese.
Un luogo in cui la passione per il ballo e la musica, “300 anime e 100 violini” si mescola con con le istanze di riscatto di braccianti e contadini nella prima metà dell'Ottocento.
Una storia romanzata, ma nello stesso tempo ben documentata, su Santa Vittoria e sui violini: a partire dal 1840 fino ad arrivare al 1920, e poi sino al secondo dopoguerra. Un racconto corale dove la grande storia delle due guerre mondiali, della Rivoluzione Russa, delle lotte del proletariato agricolo si intrecciano con la storia di tre donne in simbolica rappresentanza di due più conosciute stirpi musicali del paese: i Carpi e i Bagnoli.
Nel libro viene descritto anche l’ambito sociale che ha visto l'affermazione di un nuovo schema di democrazia dal basso, uno dei fondamenti del modello cooperativo fin dalle origini, che in questo territorio vide un forte radicamento: Sono evidenziati i fenomeni e le figure che agivano all’interno di questo territorio, in particolare i braccianti, gli avventizi, gli stagionali, legati a prestazioni temporanee, chiamati da altri paesi, che nel corso della Restaurazione prima, con l’Unità d’Italia e il nascente Movimento Operaio poi, hanno costituito una singolare esperienza d’invenzione di una tradizione.
La tradizione del”liscio” delle origini: valzer, polke, mazurke eseguite al suono dei violini, gli “strumenti del Diavolo” come furono definiti dal parroco di Santa Vittoria. Ma trovarsi a ballare a tempo di musica allevia la stanchezza e forse si comincia a pensare che divertirsi è un diritto e che oltre a questo esistono altri diritti e tutto si comincia a muovere in una commistione di musica e lotte: socialismo a passo di valzer verrà chiamata l'esperienza dei contadini e braccianti di questo piccolo paese. Mani che lavorano, che faticano, ma che nello stesso tempo si stringono nel ballo per essere più uniti e più forti.
agosto 2018
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