GIORGIO “GETTO” VIARENGO

 

IL RAMARRO E LA SUA CODA

 

Religiosità, superstizione e cultura popolare nella Liguria di Levante

 

Edizioni INTERNOS – Chiavari (GE) – 2013 – pp.128 € 13,00

 

 

 

Giorgio “Getto” Viarengo da diversi anni si dedica alla ricerca e documentazione della cultura popolare e materiale della sua terra: Chiavari, Il Tigullio e tutto il Levante ligure. Un lungo percorso di ricerca iniziato negli anni ‘70 insieme allo storico collettivo culturale “Il Gruppo”e proseguito poi individualmente dall’autore.

 

Di quell'esperienza ci piace ricordare la ricerca sui Cereghino, cantastorie valdesi di Favale di Malvaro del 1980 e successivamente, nel 2000, la prima edizione di “Siam venuti a cantar maggio”.Un’opera che può essere considerata una sorta di “quadro di riferimento” che racchiude molti segmenti della più autentica tradizione ligure che ora con Il ramarro e la sua coda si ricompongono e si completano.

 

Utilizzando come chiave di lettura e di interpretazione il paesaggio e le sue modificazioni Viarengo ripercorre la cultura millenaria delle genti che vissero, lavorarono, pregarono e infine emigrarono in una precisa area geografica, dando vita ad usi, riti credenze e tradizioni, non ultimi gli elementi di religiosità popolare e di superstizione che ne segnarono il vivere quotidiano le cui tracce si ritrovano ancora nel presente.

 

Alla memoria orale delle persone intervistate, l'autore ha affiancato ricerche su documenti d'archivio per ricostruire un immagine quanto più possibile chiara della cultura di una popolazione e le credenze e le superstizioni sono diventate modello d'indagine per arricchire ulteriormente la conoscenza del territorio.

 

Il libro si articola in capitoli nei quali vengono trattati temi specifici. I rapporti tra la religiosità popolare in riferimento al culto di santi quali San Rocco, Sant'Antonio abate, San Colombano; esorcismi e magia, i rimedi popolari per combattere malattie o il malocchio e altre pratiche che si collocano tra il mondo pagano e il cristianesimo delle origini.

 

In questo suo ultimo lavoro, scientifico e dettagliato, ma pur sempre di carattere divulgativo e accessibile a tutti, Viarengo ha inserito anche riferimenti e accostamenti a culture dei territori confinanti e limitrofi a quello d'indagine documentando contatti e scambi che dimostrano come queste popolazioni non fossero affatto chiuse ed isolate.

 

 

 

 

 

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