Roberto Farina, Giancarlo Peroncini
La ballata del Pelè Una storia di osteria, malavita e nostalgia Ed. Milieu – Milano - 2018 pp. 192- con allegato CD audio - € 16,90
Dall’esperienza narrata in questo libro da Giancarlo “Pelè” Peroncini affiorano gli aspetti più genuini e schietti di un recente passato che riguarda una Milano che non c'è più. Una città in cui esisteva ancora la dimensione del quartiere, dove tutti si conoscevano e amavano ritrovarsi nelle trattorie scherzosamente chiamate “music-trani”. ( in milanese sinonimo di osteria)
“Pelè” non solo è stato frequentatore di osterie, ma per molti anni fu anche gestore. Il suo locale a Vaiano Valle, sobborgo milanese in zona Ripamonti, si chiamava Le tre fontane, nome che ricorda la zona ricca di fontanili dove era ubicato, ma che lui ha ribattezzato “gainoteca” (in dialetto gaina=sbronza). Fino al 2000 questa trattoria ha rappresentato un punto di riferimento per i milanesi di tutte le età, dalle compagnie di sbarbà (giovanotti), agli anziani del quartiere, dai piccoli commercianti, ai personaggi dello spettacolo, ai tanti desiderosi di passare momenti canori di allegria dove si poteva ancora ascoltare il più genuino dialetto meneghino.
Pelè, personaggio molteplice, è stato anche profondo conoscitore della mala milanese, una malavita anch'essa di quartiere che conservava ancora aspetti etici basati su tolleranza e rifiuto della violenza, valori che oggi purtroppo appartengono al passato. Il racconto del Pelè descrive proprio questo contesto: un ambiente autenticamente proletario, abitato anche da ladri, prostitute, marginalità diffusa e vita fatta di espedienti per poter campare.
Figlio del popolo, in gioventù è stato un assiduo frequentatore della Briosca, altro storico locale sui navigli, gestito da Luciano Sada detto “Pinza, di cui abbiamo ampiamente parlato nella nostra ricerca sul la piazza milanese nella parte riguardante l'osteria e la socialità a Milano (https://www.rivistailcantastorie.it/la-piazza-milanese/socialita-a-milano/. Intervista riportata integralmente nel libro. “ El Pinza” e “ El Pelè” si sono sempre riconosciuti nella parte più umile della loro città. Nelle loro osterie si respirava aria di inclusione, di accettazione del diverso, di libero pensiero dove le serate scaturivano spontaneamente dando vita a momenti di autentica e schietta convivialità.
Volendo trovare una continuità e un'origine nella storia della città l'osteria, con i suoi personaggi, si potrebbe collocare nel periodo della “scapigliatura” che per un ventennio, a fine ‘800, improntò la sua vita culturale proprio in questi luoghi, attorno ai quali gravitavano artisti, musicisti, pittori, scrittori, gente di spettacolo mescolati alla gente comune. Proprio come nel racconto del Pelè che nella descrizione della sua osteria parla di un nutrito gruppo di amici che consolidò e portò avanti una fortunata stagione in cui anche il dialetto e altre forme di socialità ebbero modo di svilupparsi e creare nuove forme di comunicazione. Dalla fine degli anni ‘60 Milano e i suoi locali furono una vera scuola di cabaret dialettale, dove affermati comici origliavano battute e gags per poi riportarle nei teatri e in TV. Nell'osteria del Pelè invece le serate erano autenticamente popolari con vivacissime e sempre diverse esibizioni canore dove anche l’aspetto delle libagioni non era secondario. ”El pacett” (la mangiata) era momento importante di convivialità, seguito dalle immancabili cantate che si protraevano fino a notte fonda o anche al mattino successivo, con macchiette, che trasformavano il locale in un palcoscenico improvvisato dove gli avventori si esibivano in piena libertà.
L’oste era l'animatore e cuore pulsante di quell’arte ormai scomparsa di aggregazione che attraverso musica, teatro, dialetto, solidarietà, svolgeva un ruolo catalizzatore sia per il quartiere che per l’intera vita cittadina. Nel libro si ritrovano personaggi indimenticabili come il Alberto Quacci detto “Wanda” ballerino e intrattenitore, il libraio Primo Moroni, il poeta scrittore Bruno Brancher, il musicista Walter Valdi, la cantante milanese Didi Martinaz., il virtuoso musicista zingaro Billy Dardes, Erik Scheller, pittore di strada. E tanti altri che bazzicavano insieme a conosciuti personaggi tra i quali anche Battisti, Mogol, Teo Teocoli, Cochi e Renato: loro alla ricerca di “battute” da inserire poi nelle loro costruite gags cabarettistiche.
Nel CD allegato Pelé sfodera il suo repertorio di canti d'osteria e suona il famoso “tolon” accompagnato alla chitarra da Nadir Scartabelli, a sua volta conosciuto e stimato interprete del repertorio milanese. Canzoni saporite,ironiche,combattive e generose come le osterie della vecchia Milano. Sia nella parte scritta sia nelle canzoni si ritrovano emozionanti atmosfere che riportano il lettore indietro nel tempo dove epica e marginalità, bassifondi e poesia si fondono senza nostalgia, in modo vario e divertente .
Settembre 2018
Cesarino Lamberti e Giancarlo "Pelè" Peroncini
Pubblichiamo alcuni passaggi di una conversazione avvenuta il 22 febbraio 2006 presso ex CRAL della Centrale del Latte di Milano ( ora demolita per fare spazio all'Università Bocconi) con Giancarlo Peroncini "Pele" ccon intreventi anche di Cesarino Lamberti
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