Tito Saffioti

NEI PANNI DEL BUFFONE

L’abbigliamento dei giullari tra medioevo ed età moderna

Editoriale Jouvence – Milano – 2015b coll. Historica

pp. 155 con 63 tavole a colori-  € 18,00

www.jouvence.it

Questo saggio aggiunge ulteriori contesti intorno alle figure dei giullari e dei buffoni di corte, mondo che l’autore da molti anni frequenta, divulga e analizza come appassionato studioso.

In particolare Nei panni del buffone mette in luce l’abbigliamento di questi curiosi e divertenti personaggi che hanno consumato la loro vita all’ombra dei potenti, ponendo non di rado qualche tarlo nelle loro certezze e mettendo alla berlina le loro empietà. Nani, gobbi, dementi, zoppi, gozzuti: la crudeltà dei potenti nella scelta delle figure di cui circondarsi per divertirsi e per mettere in risalto, per contrasto, la propria potenza, saggezza e bellezza, non ha avuto storicamente limiti. Giullari e buffoni tuttavia non erano caratterizzati solo da minorità fisiche, ma dagli abiti che il sovrano faceva loro indossare per sottolinearne l'irriverenza, la follia e l'imperfezione. Follia, trasgressione licenziosità sono altri elementi che caratterizzano il buffone, tuttavia l’abbigliamento riveste un peso preponderante nella formazione del personaggio, aumentandone la specificità.  Il libro, corredato da un ricco apparato di immagini e tavole a colori, racconta come l'aspetto esteriore del buffone si sia uniformato nel corso dei secoli, fino ad assumere le sembianze del "jolly", che noi tutti riconosciamo. Tito Saffioti documenta questa evoluzione graduale e complessa, che segue nel tempo attraverso immagini, tavole pittoriche, sculture, libri. Da esperto conoscitore della materia evidenzia come sotto la superficie di vesti e accessori, ci siano mutamenti profondi, attinenti alla sfera della sensibilità e della moralità. Per questa indagine l’autore si è avvalso nelle sue ricerche soprattutto di antichi volumi e codici miniati provenienti da gran parte dell’Europa medioevale. Da questi studi in particolare è giunto ad affermare che tali personaggi, variegati anche nelle tipologie: imbonitori, artisti di strada ecc., seguivano una sorta di flusso migratorio, o itinerario, che li portava da una corte all'altra o nelle fiere di maggior richiamo, nei tornei o nelle feste di nozze, al fine di ottenere regalie, doni e occasioni favorevoli. Il dato più evidente che indica la paziente ricerca che sta dietro a questa saggio è stato il saper scegliere e decifrare, con una lenta opera di decodificazione, le immagini, le sculture e le opere d’arte che rappresentano e narrano situazioni dove il buffone viene raffigurato o effigiato. Nella progressione dei vari capitoli lo scrittore ci porta ad osservare come il buffone abbia nel tempo delineato ed elaborato una sorta di stereotipo caratteristico e divertente se si pensa ad esempio alle sfilate di moda o agli abbigliamenti fantasiosi che si osservano attualmente per la strada. Quello del buffone era composto dal copricapo, inizialmente a cono, dal bastone a sonagli, dagli abiti sgargianti e dagli accessori di penne o di pelo di animale. Grande importanza viene data al bastone (marotte) nelle svariate forme. Inoltre nel volume è dedicato un intero capitolo all'abito delle Giullaresse, versione femminile dell’intrattenimento, che ha seguito percorsi autonomi, ma non ha dato luogo a un costume caratterizzato. Molti gli accenni a fatti storici legati a buffoni realmente esistiti e che godettero di fama internazionale, come Triboulet. La sua celebrità fu tale da varcare i confini della Francia tanto che, giunta fino a noi, suggerì al librettista di Verdi, Francesco Maria Piave, il nome del protagonista del Rigoletto. Le otto pagine di bibliografia e le sessantatré tavole a colori portano il lettore nel meraviglioso mondo del buffone attraverso l’arte dei codici miniati con i suoi stupendi colori.

Dicembre 2015