BRUNO PIANTA , nato a Treviso nel 1943 è scomparso improvvisamente il 6 settembre scorso in seguito ad un incidente di pesca.
Poliedrica figura di ricercatore e studioso, musicista, cantante ha compiuto diverse campagne di rilevazione etnografica, dedicandosi in particolare alla canzone popolare dell'Italia Settentrionale allo studio e alla riproposta dei repertori popolari, da quello della famiglia Bregoli, minatori della val Trompia a quello di Ernesto Sala, pifferaio di Cegni (PV). Un altro importante ambito delle sue ricerche e rilevazioni è stato quello sul mondo dei marginali, della cosiddetta Ligera.
Con Roberto Leydi ha dato vita al Servizio Cultura del Mondo Popolare della Regione Lombardia, oggi AESS, che ha diretto per molti anni. Pianta è stato uno dei primi in Italia ad utilizzare il cinema in campo antropologico realizzando numerosi documentari etnografici tra i quali: I balli delle Quattro province, Gli scarpinanti: ambulanti e imbonitori in Lombardia, Carnevale in montagna: Bagolino e Ponte Caffaro). Ha curato inoltre diverse incisioni discografiche di carattere etnomusicale per la collana Albatros, tra queste ci piace ricordare Minatori della Valtrompia, la famiglia Bregoli di Pezzaze e Ernesto Sala il “Piffero” di Cegni
Cultore di musica americana, negli anni Settanta, ha fondato con Sandra Mantovani e Cristina Pederiva, l'Almanacco Popolare, una delle prime esperienze di folk revival sorte nel nord Italia e ha collaborato anche con il Nuovo Canzoniere Italiano.
L'ultima occasione d'incontro con Bruno Pianta da parte della redazione de Il Cantastorie on line è stata quella del dicembre 2013 a Ponte Caffaro, durante il Convegno di Musica Popolare, quando gli chiedemmo, in quanto conoscitore ed esperto di musica americana, alcune informazioni sui canti dei militari statunitensi ed inglesi durante la prima Guerra Mondiale.
La redazione de Il Cantastorie on line esprime le proprie condoglianze alla famiglia di Bruno Pianta scomparso improvvisamente..
Vogliamo rendere omaggio a questo ricercatore e studioso della cultura popolare pubblicando la registrazione della parte conclusiva di un suo intervento al Convegno di Musica Popolare di Ponte Caffaro ( BS) nel dicembre 2013 nel quale parla del significato del termine "trionfare" in relazione alla Ligera e al nascente movimento operaio
la Rivista Il Cantastorie n° 3-4 luglio/novembre 1964 ha pubblicato l'articolo di Bruno Pianta Un cantastorie americano il "Black face minstrel"
La Rivista Il Cantastorie ha dedicato alcune copertine al Gruppo dell'Almanacco Popolare
Il Cantastorie n°4 Marzo 1971
Il Cantastorie n.7/9 nov. 1972
Il Cantastorie n° 19 Marzo 1976
Il sito de Il Cantastorie on line rimane a disposizione di chi voglia inviare scritti, ricordi, aneddoti, video, audio o altro in ricordo ed omaggio a Bruno Pianta
Un omaggio e ricordo di Bruno Pianta inviato da Gualtiero Bertelli
Apprendo dal vostro foglio volante della morte di Bruno Pianta. Sono davvero molto
addolorato. Anche se non ci vedevamo da parecchio tempo è sempre stato per me, e rimarrà, un caro ricordo. Ho avuto modo di collaborare con lui ai tempi in cui frequentava il Nuovo Canzoniere Italiano. Un episodio particolare l'ho anche riportato sul
mio libro uscito un paio d'anni fa, e che spero lui abbia avuto occasione di leggere.
Poiché mi sembra la pagina di una storia che dovremmo cercare di non dimenticare, ve ne riporto
un estratto come mio ultimo saluto a un caro amico, oltre che ottimo musicista e studioso.
Gualtiero Bertelli
Non era caldo quella sera a Milano. Piovigginava. Non me n'ero accorto perché ero stato tutto
il giorno in sala di registrazione con Bruno Pianta a incidere "L'altra mattina in classe", una canzone legata all'occupazione della Mira Lanza di quel periodo e all'indifferenza di buona parte
della scuola.
Nella grande fabbrica mirese erano in corso dei licenziamenti. Gli operai proclamarono sciopero
ad oltranza. La proprietà rispose con la serrata dello stabilimento. La fabbrica fu ocupata. I sindacati confederali proclamarono uno sciopero generale provinciale di solidarietà. Ne fu coinvolta
tutta la scuola. Nella mia direzione didattica abbiamo scioperato in due: Bianca, la collega dal bel sorriso, ed io.
Con questa canzone fresca di scrittura dovevo chiudere il disco e avevo a disposizione solo
quel pomeriggio, 'che poi lo studio chiudeva per le vacanze.
Usciamo che è sera inoltrata, io con la mia fisarmonica e Bruno con i suoi numerosi flauti,
saliamo su un tram. Il viaggio è lungo. Il mezzo conta una decina di viaggiatori. In testa abbiamo ancora e solo musica.
La piazzola posteriore diventa studio e improvvisiamo danze popolari.
I passeggeri guardano avanti senza dar segno di attenzione. Qualcuno scende, qualcuno sale
.
Ad un certo punto si leva una voce perentoria." Basta musica! Lasciateci
tranquilli!!"
Ci zittiamo di colpo. Un silenzio surreale accompagnato dallo sferragliare del
mezzo.
Qualche secondo dopo un'altra voce si alza perentoria:"Certo noi qui a Milano preferiamo la
musica delle bombe!!"
Era il 23 dicembre del 1969. Undici giorni prima la bomba della Banca dell'Agricoltura aveva
emesso il suo urlo di morte. Otto giorni prima Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico, era precipitato dal quarto piano della questura di Milano.
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