EraldoBaldini Sotto il Segno delle Corna. San Martino, la "festa dei becchi" e lo "charivari" in Romagna. Società Editrice Il Ponte Vecchio- Cesena, 2017- pp. 208 - € 15,00
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DALLA QUARTA DI COPERTINA:
Già nei testi di diversi raccoglitori romagnoli dell'Ottocento le tradizioni che vogliono la ricorrenza di San Martino, 11 novembre, dedicata ai "cornuti", cioè ai mariti traditi dalle consorti,
viene etichettata come una diffusissima burla intrapresa principalmente per suscitare lo scherzo e il riso, anche se non si manca di registrare che le chiassate notturne indirizzate ai "becchi"
potevano causare tensioni e ritorsioni.
Oggi, ancora di più, questo elemento folklorico è considerato solo un buff o e irridente motteggio che agisce nella sfera dei rapporti coniugali, una sorta di strana goliardia d'altri tempi.
Insomma, così come è successo per altre tradizioni, la perdita del senso e del significato dei gesti rituali ascrivibili alle culture popolari fi - nisce per confinarli nel novero degli aneddoti
e delle curiosità, oppure delle suggestioni che provengono da un imprecisato tempo antico per condurci, magari, a partecipare a qualche momento conviviale e di svago, "festoso" ma senza la
profonda connotazione del "festivo" se non accompagnato da una qualche consapevolezza.
Ma dietro lo charivari (così viene chiamata l'azione con cui una comunità condannava pubblicamente comportamenti ritenuti censurabili) messo in atto
nella notte di San Martino (e, con altri "bersagli" e obiettivi, in altre occasioni) c'era, in realtà, molto più di un intento ludico e burlesco. Si trattava infatti di un elemento rituale denso
di significati e di implicazioni che andavano dal culturale, al sociale, al "religioso", nato e consolidatosi nei millenni all'interno di comunità dedite al culto dei Morti, impregnate del mito
dell'"eterno ritorno", che vivevano il tempo come "ciclico".
Eraldo Baldini ci conduce a scoprire perché nella data dell'11 novembre si celebrassero (in Romagna come altrove) i "cornuti", in che modo lo si facesse, come sopravvivano qua e là (ad esempio a
Santarcangelo di Romagna) grandi feste dedicate a questo momento e contesto tradizionale, e ad illustrarci diverse altre forme di charivari appartenute
al folklore della Romagna.
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